Impugnare una sanzione disciplinare

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Impugnare una sanzione disciplinare

È possibile impugnare una sanzione disciplinare se si ritiene di averla subita ingiustamente, con l’aiuto di un avvocato, tramite varie procedure.

    Impugnare una sanzione disciplinare

    È possibile impugnare una sanzione disciplinare se si ritiene di averla subita ingiustamente, con l’aiuto di un avvocato, tramite varie procedure.

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      Se un dipendente tiene un comportamento non consono all’ambiente di lavoro o commette qualche scorrettezza ai danni del suo datore di lavoro o dell’azienda, può ricevere una sanzione disciplinare dal suo superiore.

       

      Quali sono le sanzioni disciplinari possibili?

       

      A seconda della gravità del fatto commesso, si configurano delle diverse sanzioni disciplinari, di diversa gravità:

      • Il rimprovero verbale per le violazioni più lievi, in questi casi non c’è una procedura da seguire e non lascia traccia nella storia professionale del lavoratore.
      • L’ammonizione scritta si applica per sanzioni lievi.
      • La multa consiste in una trattenuta in busta paga dell’importo equivalente al massimo a quattro ore di retribuzione.
      • La sospensione dal lavoro e dalla retribuzione è più grave della multa ed è l’interruzione del pagamento della retribuzione per l’intera durata della sanzione che non può superare il limite massimo di dieci giorni.
      • La sanzione del trasferimento di solito è impartita per incompatibilità ambientale in seguito a litigi con colleghi o superiori
      • Il licenziamento è la sanzione più grave.

       

      I requisiti di una sanzione disciplinare

       

      La procedura disciplinare per potere concludersi con l’irrogazione di una sanzione deve svolgersi secondo un predeterminato iter procedurale ed avere anche delle particolari caratteristiche formali per essere valida:

      La procedura inizia con la comunicazione della “contestazione disciplinare”, la quale deve avere i seguenti requisiti:

      • forma scritta;
      • specificità, ossia deve riportare la descrizione del fatto contestato;
      • immediatezza intesa in senso relativo, ovvero tempestività;
      • immutabilità dei fatti contestati: il datore di lavoro non può sanzionare il dipendente per fatti diversi da quelli contestati;
      • contenere l’invito al lavoratore a fornire le proprie giustificazioni a discolpa (eventualmente anche essendo sentito) entro 5 giorni (l’irrogazione di sanzione disciplinare irrogata prima della scadenza del “termine a difesa” del lavoratore senza che quest’ultimo abbia fatto pervenire le proprie giustificazioni, essendo ancora nei termini di tempo per farlo, è nulla).

       

      Cosa fare in caso di sanzione disciplinare?

       

      Se il lavoratore ritiene ingiusta la contestazione disciplinare e/o la sanzione disciplinare, la può contestare sia per vizi di forma, sia nel contenuto. Per farlo è indispensabile seguire un iter preciso e affidarsi a figure professionali esperte del settore, altrimenti si rischia, commettendo degli errori, di compromettere l’impugnazione. È opportuno quindi:

      • Prendere contatti con il proprio legale ed esporgli i fatti in modo veritiero e completo in modo che possa valutare la situazione e aiutarti ad addentrarti in una materia complessa come questa;
      • Richiedere l’assistenza dell’avvocato per la stesura della lettera di controdeduzione da presentare al datore di lavoro entro 5 giorni dalla contestazione disciplinare, è importante che sia un legale a redigere la lettera per non incorrere in problemi formali;
      • In caso di non accettazione delle giustificazioni date dal lavoratore e conseguente irrogazione di sanzione disciplinare, entro 20 giorni si può procedere all’impugnazione della sanzione in sede arbitrale oppure entro dieci anni si può impugnare in via giudiziale (nel caso del licenziamento i termini sono diversi.

       

      Come procedere all’impugnazione

       

      Ci sono due modi per impugnare la sanzione disciplinare:

      • Il primo consiste nel promuovere entro il termine di 20 giorni dall’irrogazione della sanzione la costituzione di un collegio di conciliazione che decida sulla controversia. Vengono nominati tre arbitri: uno scelto dal dipendente, uno scelto dal datore di lavoro e il terzo scelto di comune accordo. Questa procedura è sempre possibile tranne nei casi di licenziamento;
      • È possibile anche ricorrere ad un giudice instaurando una causa entro il termine di 10 anni fissato dalla legge.

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