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Impugnazione del licenziamento
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Quando è possibile l’impugnazione del licenziamento?
La legge permette al lavoratore licenziato senza giusta causa di presentare un’istanza di impugnazione del licenziamento con l’aiuto di un avvocato.
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La legge permette al lavoratore licenziato senza giusta causa di presentare un’istanza di impugnazione del licenziamento con l’aiuto di un avvocato.
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Termini legali per l’impugnazione del licenziamento
In caso di licenziamento, qualora il lavoratore dipendente non sia d’accordo con le motivazioni del datore di lavoro, può agire contro la decisione per vie legali, rispettando i termini previsti dalla legge.
L’impugnazione del licenziamento va presentata entro 60 giorni dalla ricezione del provvedimento di licenziamento e entro i 180 giorni successivi dovrà essere depositato in tribunale il ricorso contro il licenziamento. Per farlo è indispensabile l’assistenza di un avvocato, in quanto l’impugnazione deve essere completa di tutti gli elementi necessari: i fatti, le prove e i testimoni.
Indennizzo economico e possibilità di reintegro
Spetta al giudice poi valutare la validità delle motivazioni e stabilire se il licenziamento sia legittimo o meno;
Nel caso in cui l’istanza di impugnazione del licenziamento venga accolta, al lavoratore spetta:
- Per i rapporti di lavoro a tutele crescenti introdotti il 7 marzo 2015 con il Jobs Act, un indennizzo economico che cresce con l’anzianità di servizio. Per gli altri rapporti di lavoro un indennizzo economico variabile in funzione di vari parametri di legge (dimensioni aziendali, anzianità di servizio, comportamento delle parti, ecc….)
- Il reintegro solo nei casi marginali in cui il licenziamento sia:
- Discriminatorio
- Nullo
- Per giusta causa ma insussistenza materiale
- Durante la maternità o paternità
- Durante il congedo matrimoniale