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ERRORE OSTETRICO: DANNI AL NEONATO E RISARCIMENTO

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Errore ostetrico durante il parto e gravi danni al neonato

Profili clinici, responsabilità medica ostetrica, accertamento del nesso causale e risarcimento

 

Il parto rappresenta uno degli eventi clinici a più elevato rischio in ambito sanitario.

La gestione del travaglio impone al ginecologo e all’équipe ostetrica un obbligo di sorveglianza continua, qualificata e tempestiva delle condizioni materne e fetali, nella quale ogni decisione clinica da parte

del ginecologo e dell’équipe ostetrica deve essere tempestiva e precisa poiché un errore ostetrico durante il parto e/o nelle fasi preliminari può determinare danni neurologici permanenti al neonato.

In queste situazioni, le famiglie si trovano improvvisamente a fare i conti con dolore, domande senza risposta e la necessità di comprendere se quanto accaduto fosse evitabile.

Questo articolo offre una guida chiara sui casi più frequenti di errore ostetrico durante il parto, su come si accerta la responsabilità e sui passi concreti che le famiglie possono compiere per ottenere tutela e risarcimento.

Quando un errore ostetrico e/o del ginecologo o della struttura causa danni gravi al neonato, la famiglia ha diritto a conoscere la verità e ad accedere alle tutele previste dalla legge.

 

Il ruolo centrale del tracciato cardiotocografico (CTG)

 

Il CTG è lo strumento principale per la diagnosi precoce della sofferenza fetale.

Il monitoraggio del battito fetale richiede competenza e attenzione costante.

 

Dal punto di vista medico-legale, assumono particolare rilievo:

  • decelerazioni tardive ripetute;

  • decelerazioni variabili severe;

  • riduzione o perdita della variabilità basale;

  • pattern sinusoidali;

  • mancata evoluzione del travaglio associata a tracciato non rassicurante.

Errori tipici riscontrati sono:

  • interpretazione erronea del tracciato come “rassicurante”;

  • sottovalutazione di pattern indicativi di ipossia,

  • assenza di decisioni nonostante il progressivo peggioramento con ritardo nel passaggio a taglio cesareo urgente.

In sede peritale, il CTG viene analizzato minuto per minuto, per ricostruire se e quando sarebbe stato necessario intervenire.

Infatti, un’errata lettura del CTG può ritardare decisioni salvavita.

 

Ritardo nel taglio cesareo e danno ipossico–ischemico

 

Il ritardo nell’esecuzione del cesareo è, uno dei principali errori ostetrici e, quindi, di responsabilità medica.

Quando il feto è sottoposto a ipossia prolungata, può sviluppare:

  • encefalopatia ipossico-ischemica (HIE),

  • danno neurologico permanente,

  • asfissia perinatale,

  • epilessia post-anossica,
  • paralisi cerebrale infantile,

  • ritardo cognitivo e motorio grave,

  • morte intra-partum.

Dal punto di vista medico-legale, la valutazione si concentra su:

  • tempi di decisione,

  • tempi di esecuzione,

  • presenza di protocolli ospedalieri,

  • possibilità concreta di anticipare l’intervento.

Un cesareo tardivo, quando il danno era prevenibile, configura responsabilità.

 

Errore ostetrico nell’uso di ventosa ostetrica o forcipe

 

Quando gli strumenti vengono utilizzati in modo scorretto possono verificarsi:

  • lesioni del plesso brachiale (paralisi di Erb),

  • emorragie intracraniche,

  • fratture craniche o clavicolari,

  • danno neurologico permanente.

La responsabilità emerge quando:

  • l’indicazione era inappropriata,

  • la manovra è stata eseguita con forza eccessiva,

  • si è insistito nonostante le difficoltà,

  • il cesareo sarebbe stato l’opzione più sicura.

 

Omessa rilevazione di infezioni materne o condizioni di rischio

 

La mancata diagnosi o gestione di situazioni come sofferenza fetale, distocie, macrosomia, infezioni (es. streptococco) o diabete gestazionale può essere determinante.

 

Quali danni può riportare il neonato a seguito di errore ostetrico o del ginecologo durante il parto

 

Tra i danni più gravi associati a errori durante il parto troviamo:

  • danno neurologico permanente, spesso correlato a ipossia,

  • tetraparesi o paralisi cerebrale infantile,

  • lesioni del plesso brachiale,

  • ritardi cognitivi o motori,

  • epilessia post-anossica,

Ogni danno comporta conseguenze mediche, emotive ed economiche profondissime per tutta la famiglia, in quanto gli esiti invalidanti richiedono spesso assistenza h24 del proprio familiare per tutta la vita.

 

Come si accerta la responsabilità dell’ostetrico e/o del ginecologo

 

La responsabilità medica non si presume: va dimostrata attraverso un accertamento tecnico rigoroso.
Il percorso di solito comprende:

1. Analisi della cartella clinica del parto

Documento fondamentale: contiene CTG, tempi del travaglio, interventi eseguiti, decisioni cliniche, uso di strumenti, parametri vitali.

2. Perizia medico–legale specialistica

Una perizia indipendente valuta:

  • se le linee guida avrebbero richiesto un cesareo prima,

  • se il tracciato mostrava segni di sofferenza ignorati,

  • se l’uso di ventosa/forcipe era appropriato,

  • se i danni riportati dal bambino sono compatibili con condotte scorrette.

3. Nesso causale tra errore ostetrico e danno

Occorre verificare se, con una condotta corretta, il danno sarebbe stato evitato o fortemente ridotto

 

Il risarcimento: quali voci può comprendere

 

Quando viene accertato l’errore del ginecologo durante il parto e la conseguente responsabilità, la famiglia può ottenere un risarcimento molto significativo, che non è mai una “punizione”, ma un sostegno concreto per il futuro del bambino.

Le principali voci risarcitorie sono:

  • danno permanente del minore,

  • danno morale e sofferenza dei genitori,

  • spese mediche, terapie e riabilitazione,

  • adeguamento dell’abitazione,

  • assistenza h24 o educativa,

  • perdita della capacità lavorativa futura,

  • spese future per tutta la vita del bambino.

 

Cosa fare se sospetti un errore ostetrico 

 

Se qualcosa non ti torna su ciò che è accaduto in sala parto, puoi muoverti subito in modo semplice e prudente:

  1. Richiedi la cartella clinica completa all’ospedale.

  2. Conserva ogni documento medico successivo alla nascita.

  3. Annota tutto ciò che ricordi: tempi, frasi dei medici, attese, eventuali allarmi.

  4. Rivolgiti a un legale che si occupa di responsabilità medica per una valutazione.

  5. Avvia una perizia preliminare: è il passaggio decisivo per capire se il danno era evitabile.

 

Una riflessione finale

 

Un parto problematico lascia ferite profonde.

Ma comprendere cosa sia accaduto e ottenere giustizia non è solo un diritto: è un modo per garantire al bambino tutto ciò di cui avrà bisogno negli anni a venire.

Quando un danno alla nascita cambia radicalmente la vita di un bambino e della sua famiglia, comprendere se quell’esito fosse evitabile è un passaggio fondamentale.

Un’analisi tecnica rigorosa permette di distinguere ciò che rientra nel rischio clinico da ciò che, invece, costituisce errore medico risarcibile e con diritto di ottenere il risarcimento necessario ad affrontare il futuro con maggiore sicurezza.

 

 

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AUTORE - Marcello Albini