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ASFISSIA PERINATALE E RESPONSABILITA’ MEDICA

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L’asfissia perinatale è una delle principali cause di danno neurologico grave alla nascita.


Si verifica quando il feto o il neonato non ricevono un adeguato apporto di ossigeno prima, durante o immediatamente dopo il parto.

In molti casi, l’asfissia non è un evento imprevedibile, ma il risultato di ritardi, errori valutativi o omissioni assistenziali durante il travaglio.

Quando ciò accade, può configurarsi una responsabilità medica risarcibile.

 

Cos’è l’asfissia perinatale

 

Dal punto di vista clinico, si parla di asfissia perinatale quando il neonato presenta:

  • grave compromissione degli scambi ossigenativi;

  • acidosi metabolica;

  • depressione cardio-respiratoria alla nascita.

 

Le conseguenze possono essere immediate o manifestarsi nei mesi successivi, con esiti neurologici spesso permanenti.

 

Asfissia e encefalopatia ipossico-ischemica (HIE)

 

L’asfissia perinatale è la principale causa di encefalopatia ipossico-ischemica (HIE), una lesione cerebrale dovuta alla mancanza di ossigeno e di flusso sanguigno al cervello.

Le forme più gravi possono determinare:

  • paralisi cerebrale infantile;

  • epilessia;

  • disturbi cognitivi e comportamentali;

  • deficit motori severi;

  • necessità di assistenza continuativa per tutta la vita.

 

 

Quando l’asfissia è prevedibile e prevenibile

 

Dal punto di vista medico-legale, l’asfissia è considerata evitabile quando:

  • il tracciato cardiotocografico mostrava segni di sofferenza fetale;

  • il travaglio si è protratto oltre i limiti di sicurezza;

  • vi erano fattori di rischio noti (diabete gestazionale, infezioni, macrosomia);

  • non si è intervenuti tempestivamente con taglio cesareo;

  • sono state adottate manovre ostetriche inappropriate.

 

In questi casi, l’evento asfittico non è frutto del caso, ma di una gestione clinica inadeguata.

 

Il ruolo del tracciato CTG nei casi di asfissia

 

Il CTG consente di individuare precocemente una sofferenza fetale.

In sede peritale assumono rilievo:

  • decelerazioni tardive persistenti;

  • perdita della variabilità;

  • pattern patologici non correttamente interpretati;

  • mancata rivalutazione del tracciato nel tempo.

Il mancato riconoscimento di questi segnali può determinare un ritardo decisionale fatale.

 

Ritardo nel cesareo e asfissia: profili di colpa

 

Uno dei profili di responsabilità più ricorrenti riguarda il ritardo nel ricorso al taglio cesareo.

Dal punto di vista medico-legale si valuta:

  • quando sono comparsi i primi segnali di sofferenza;

  • quanto tempo è trascorso prima della decisione;

  • se il parto vaginale è stato ostinatamente perseguito;

  • se la struttura era organizzata per intervenire tempestivamente.

Un cesareo eseguito troppo tardi può trasformare una sofferenza reversibile in un danno irreversibile.

 

Asfissia alla nascita e responsabilità della struttura sanitaria

 

La responsabilità non riguarda solo il singolo ginecologo.

Può essere imputata anche alla struttura sanitaria in caso di:

  • carenze organizzative;

  • assenza di personale adeguato;

  • ritardi logistici;

  • protocolli non rispettati;

  • mancata presenza di anestesista o sala operatoria disponibile.

In questi casi, vi è la responsabilità dell’ospedale.

 

Il nesso causale nei casi di asfissia perinatale

 

Il cuore dell’azione risarcitoria è dimostrare che un intervento tempestivo avrebbe evitato o ridotto il danno neurologico.

L’accertamento avviene tramite:

  • analisi completa della cartella clinica;

  • studio dei tracciati CTG;

  • valutazione neonatologica e neurologica;

  • perizia medico-legale specialistica.

Solo una ricostruzione tecnica rigorosa consente di stabilire la responsabilità.

 

Il risarcimento nei casi di asfissia perinatale

 

Nei casi più gravi, il risarcimento può comprendere:

  • danno biologico gravissimo del minore;

  • danno morale ed esistenziale dei genitori;

  • spese sanitarie e riabilitative future;

  • assistenza continuativa;

  • perdita della capacità lavorativa futura;

  • adattamenti dell’abitazione.

Si tratta di risarcimenti calibrati sull’intera aspettativa di vita del bambino.

 

Cosa fare se sospetti un’asfissia evitabile alla nascita

 

È fondamentale:

  1. richiedere la cartella clinica completa;

  2. acquisire i tracciati CTG originali;

  3. evitare valutazioni affrettate;

  4. sottoporre la documentazione a una perizia specialistica;

  5. valutare tempestivamente le azioni a tutela del minore.

 

Conclusione

 

L’asfissia perinatale non è sempre una fatalità.

Quando è conseguenza di errori, ritardi o omissioni, il diritto consente di accertare le responsabilità e ottenere un risarcimento adeguato alle esigenze del bambino e della sua famiglia.

Un’analisi tecnica approfondita è il primo passo per trasformare il dubbio in una tutela concreta.

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AUTORE - Marcello Albini