Utilizzo dei Permessi L. 104/1992: Quando il Licenziamento è Illegittimo?
Il Caso che chiarisce il possibile utilizzo dei Permessi L. 104/1992
Hai mai sentito parlare di dipendenti licenziati per abuso dei permessi previsti dalla Legge 104/1992 ?
Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 1227/2025) chiarisce un principio fondamentale: il diritto ai permessi per assistenza non si limita alla mera presenza accanto al familiare disabile, ma include anche una serie di attività complementari e indirette.
Questa decisione ha profonde implicazioni per lavoratori e datori di lavoro, influenzando il concetto di giusta causa di licenziamento per illegittimo utilizzo di permessi L. 104/1992.
Se un dipendente utilizza i permessi per attività che rientrano nella cura della persona, anche senza una presenza fisica costante, il licenziamento potrebbe essere illegittimo.
Un caso giudiziario che fa Giurisprudenza
Un lavoratore è stato licenziato con l’accusa di abuso dei permessi giornalieri per assistenza al suocero disabile.
Il datore di lavoro contestava il fatto che il dipendente non fosse rimasto accanto al familiare per tutto il periodo del permesso, basandosi su un criterio puramente quantitativo.
Il percorso giudiziario:
- Il Tribunale ha dato ragione al lavoratore, annullando il licenziamento e disponendo la reintegra.
- La Corte d’Appello, invece, ha ribaltato la decisione, ritenendo che il tempo effettivamente dedicato all’assistenza fosse inferiore al 50%, giustificando così il licenziamento.
- La Cassazione ha cassato la sentenza d’appello, ribadendo che il tempo dedicato all’assistenza non può essere valutato solo con un criterio numerico, ma deve considerare anche il contesto e le attività strumentali all’assistenza.
Cosa significa? Non è necessario che il lavoratore sia fisicamente presente accanto al familiare per tutto il permesso: anche recarsi in farmacia, acquistare generi di prima necessità o organizzare visite mediche rientra nelle attività assistenziali.
Cosa Cambia per i Lavoratori e i Datori di Lavoro?
Questa sentenza segna un punto di svolta:
✅ Superamento del criterio numerico → Il tempo di assistenza non si misura solo in ore passate accanto al familiare, ma include anche attività connesse.
✅ Tutela per i lavoratori → Non è abuso del diritto svolgere compiti indirettamente legati all’assistenza, come acquisti di medicinali, pratiche burocratiche o supporto psicologico.
✅ Maggiore chiarezza per i datori di lavoro → Il licenziamento non può basarsi su un mero conteggio delle ore, ma deve considerare il quadro complessivo.
Esempi concreti di attività assistenziali riconosciute dalla Cassazione:
- Acquisto di farmaci o prodotti per la cura del disabile.
- Organizzazione di visite mediche o trasporti.
- Attività che migliorano la qualità della vita del familiare, come accompagnarlo ad attività sociali o sportive.
- Espletamento di pratiche burocratiche necessarie per la sua assistenza.
Come Difendere i Propri Diritti ?
Se sei un lavoratore che usufruisce dei permessi ex L. 104/1992, è essenziale conoscere le regole per evitare contestazioni disciplinari e possibili licenziamenti:
- Documentare l’attività svolta → Conserva ricevute, appuntamenti medici e qualsiasi elemento che dimostri l’effettiva assistenza.
- Evitare assenze ingiustificate → Se utilizzi il permesso per attività personali non collegate all’assistenza, potresti incorrere in sanzioni.
- Conoscere la giurisprudenza → Sentenze come questa della Cassazione rafforzano i diritti dei lavoratori e offrono una maggiore tutela contro abusi da parte del datore di lavoro.
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