IL GRANDE FLOP del JOBS ACT: I NUMERI (proclami vs realtà)
19/03/2018
Proclami:
è necessario abolire l’articolo 18 e i contratti a tempo indeterminato perchè i grandi investitori e le multinazionali estere non investivano in Italia per questi motivi.
Realtà:
con il Jobs Act – acquisito potere assoluto – le multinazionali italiane e i grandi investitori hanno potuto licenziare in massa i lavoratori italiani e trasferire la produzione nei paesi dell’est o in Cina e sedi legali in Irlanda e Inghilterra.
A dispetto dei proclami che hanno accompagnato il Jobs Act e l’introduzione del contratto a tutele crescenti, i dati dal 2015 al 2017 registrano:
41,5 % di assunzioni a tempo indeterminato;
38,9% di assunzioni a termine.
La variazione netta totale (attivazioni-cessazioni) nei 12 mesi (gennaio-dicembre) del numero di rapporti di lavoro a tempo indeterminato è passata così da +887mila del 2015 a -117mila del 2017; contestualmente, la variazione netta dei rapporti a termine, negativa nel 2015 (-216mila) è tornata positiva nel 2016 (+248mila) ed è arrivata nel 2017 a +537mila”.
La nuova occupazione a termine, peraltro, è sempre più part-time. Circa la metà dell’incremento delle assunzioni a termine registrato tra il 2015 e il 2017 (+1 milione 349mila), infatti, è imputabile a rapporti a tempo parziale.
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