Risarcimento del danno da morte di un prossimo congiunto riconosciuto al convivente (Cass. civ., sez. III, sent. n° 13654/14)
07/07/2014
Il risarcimento del danno da uccisione di un prossimo congiunto spetta non solo ai membri della famiglia legittima, ma anche a quelli della c.d. famiglia naturale, a condizione che si dimostri l’esistenza di uno stabile e duraturo legame affettivo che, per la significativa comunanza di vita e di affetti, sia equiparabile al rapporto coniugale.
Con la sentenza 16 giugno 2014, n. 13654 la Terza Sezione Civile della Corte di Cassazione conferma la legittimazione della convivente more uxorio ad agire per il risarcimento dei danni patiti inconseguenza dell’uccisione del proprio partner.
Si tratta, difatti,di una legittimazione «ormai pacificamente ammessa dalla giurisprudenza di legittimità»; in particolare le più recenti sentenze della Suprema Corte hanno riconosciuto che il risarcimento del danno da uccisione di un prossimo congiunto spetta non solo ai membri della famiglia legittima, ma anche a quelli della c.d.f amiglia naturale, a condizione che si dimostri l’esistenza di uno stabile e duraturo legame affettivo che, per la significativa comunanza di vita e di affetti, sia equiparabile al rapporto coniugale (così, più di recente, le sentenza 16 settembre 2008, n.23725, sentenza 7 giugno 2011, n. 12278 e sentenza 21 marzo 2013, n. 7128).