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Sintomi generici e colpa medica

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E’ da considerarsi colpa medica per mancato accertamento dei sintomi generici, quella che riguarda appunto lo specialista che venendosi a trovare di fronte a sintomi aspecifici, riferibili potenzialmente a più malattie, o comunque, di difficile interpretazione, non assolva all’obbligatorio accertamento medico ma si limiti a far propria una delle possibili diagnosi plausibili.

In tali casi, il medico deve prendere in considerazione tutte le alternative ipotesi diagnostiche, verificandone poi una per una la correttezza, ovvero procedere per tentativi, in modo da risalire alla causa del sintomo, non deve trascurare nulla né trattare con superficialità qualsiasi lamentela presentata dal paziente; deve ricostruire un’anamnesi della storia clinica del soggetto al fine di ravvisare le cause più probabili dei segnali di disagio da esso manifestati, per poi poter predisporre gli esami del caso. Si tratta dunque di una procedura meticolosa e scrupolosa e, per quanto possa sembrare superflua in caso di sintomi generici che possono sembrare di lieve entità, è fondamentale.

In altre parole, “si definisce colpa medica per mancato accertamento dei sintomi generici quella che coinvolge lo specialista che, dinanzi a sintomi aspecifici, non prenda scrupolosamente in considerazione tutti i loro possibili significati, ma senza rispettare l’obbligatorio accertamento medico per sintomi generici , effettuando gli opportuni approfondimenti, si limiti a far propria una sola tre le molteplici e non implausibili diagnosi.”

E’ il principio espresso dalla Cassazione civile, sez. III, con l’ ordinanza del 30/11/2018 n° 30999.

Nel caso all’esame della Suprema Corte, un paziente decedeva senza che gli fosse stato prescritto alcun esame approfondito.

Ai sanitari si addebita di non aver disposto una Tac al cranio che avrebbe potuto rivelare l’aneurisma fatale per l’ammalato. Se il paziente fosse stato operato una settimana prima, l’ematoma da rimuovere non sarebbe stato così vasto.

E’ irrilevante ai fini della colpa che i sintomi lamentati dal paziente non deponessero in modo chiaro per l’esistenza di un aneurisma.

 

 

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AUTORE - Marcello Albini