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Spiare il cellulare del partner è reato?

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Installare un software  su cellulare o smartphone per spiare il partner, per captarne il traffico telefonico e messaggistico in entrata e uscita è un reato?

 

Sempre più spesso la gente ci chiede, (mariti o mogli che sospettano il tradimento da parte del proprio partner) , se installare un software su cellulare o smartphone sia un reato poiché per accertarsi dell’infedeltà commessa ai loro danni, vorrebbero ricorrere a questi mezzi particolari, messi appunto a disposizione dalla moderna tecnologia informatica (anche facilmente reperibili e scaricabili).

 

Altre volte le coppie arrivano a volere la separazione sulla base di un tradimento scoperto grazie all’utilizzo di tali tecnologie.

 

E’ bene, pertanto, fare chiarezza: spiare il partner via cellulare e smartphone è reato; chi installa un software spia sul cellulare del marito o della moglie (o del partner) è perseguibile penalmente (e lo è anche se il soggetto spiato fosse a conoscenza di essere spiato).

 

Il reato commesso è quello previsto dall’art. 617 bis c.p., comma 1, il quale punisce con la reclusione da 1 a 4 anni “chiunque, fuori dei casi consentiti dalla legge installa apparati, strumenti, parti di apparati o di strumenti al fine di intercettare od impedire comunicazioni o conversazioni telegrafiche o telefoniche tra altre persone”.

Va detto come si tratti di un reato “a tutela anticipata” della riservatezza e della libertà delle comunicazioni, pertanto, lo stesso si consuma con la semplice installazione dei software, anche laddove ad essa non abbia fatto seguito la successiva attività d’intercettazione (la quale verrà in rilievo come ulteriore autonoma fattispecie penalmente rilevante).

Tali principi sono stati ribaditi recentemente dalla Cassazione penale con sentenza n. 05.04.19 n. 15071, in conformità a Cassazione penale a Sezioni Unite n. 26889.

Il consiglio, pertanto, in caso di sospetti di tradimento da parte del proprio partner non può che essere quello rivolgersi ad Agenzie Investigative (le quali hanno autorizzazioni speciali loro concesse per l’attività investigativa) e non ricorrere al “fai da te“.

©opyright Studio Legale Albini & Partners ✍️


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AUTORE - Marcello Albini